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M. M. Ciammaichella, C. Rossi, A. Galanti
U.o.d. Medicina I per l’Urgenza
Azienda Ospedaliera S. Giovanni - Addolorata - Roma, Italia
(Dirigente Medico II livello: Dott. G. Cerqua)
MODIFICAZIONI ELETTROCARDIOGRAFICHE TRANSITORIE DEL TRATTO ST IN CORSO DI EMORRAGIA CEREBRALE. PRESENTAZIONE DI UN CASO CLINICO KEYWORDS
Emorragia cerebrale, sopraslivellamento del tratto ST
Gli autori presentano un caso di emorragia cerebrale associato a modificazioni elettrocardiografiche transitorie del tratto ST
L'associazione tra manifestazioni cardiovascolari e patologie cerebrali è nota sin dagli inizi del 1900 quando Cushing descriveva un aumento della pressione intracranica quale causa determinante l'ipertensione arteriosa e la bradicardia in pazienti con lesioni cerebrali. Bodechtel nel 1938 osservò che le lesioni intracraniche causavano alterazioni elettrocardiografiche classificate più tardi da Byer e Burch rispettivamente nel 1947 e nel 1954 ed abbinate con quadri di emorragia cerebrale od emorragia subaracnoidea. Le alterazioni elettrocardiografiche in corso di emorragia cerebrale consistono prevalentemente in inversioni dell'onda T, sopra o sottoslivellamento del tratto ST, comparsa di onda U, fibrillo-flutter atriale, TPSV, BEV, BESV. Tali aritmie compaiono nelle prime 48 ore senza una precedente storia di cardiopatia, con carattere benigno e transitorio. Tuttavia il prolungamento dell'intervallo QT predisporrebbe l'insorgenza di aritmie ventricolari mortali (torsione di punta). Tali alterazioni unite ad un sopra o sottoslivellamento del tratto ST potrebbero indurre false diagnosi di IMA. Davies nel 1991 correlò l'insorgenza di aritmie più alla gravità del quadro neurologico che alla modificazione elettrocardiografica. Sato nel 1990 escludeva mediante coronarografia uno spasmo coronarico, anche in presenza di movimento enzimatico, in pazienti con emorragia subaracnoidea. Tra le ipotesi più accreditate per l'insorgenza di modificazioni elettrocardiografiche e per l'insorgenza di aritmie, a tutt'oggi sono le seguenti:
Descriviamo il caso di una paziente di 64 anni giunta alla nostra osservazione per crisi epilettiche subentranti. La raccolta anamnestica evidenzia una storia di ipertensione arteriosa, un pregresso intervento di craniotomia frontale sinistra per asportazione di glioma frontale sinistro. Clinicamente la paziente si presentava in stato di stupor, la cute calda ed asciutta, vi era un respiro aspro, la PA di 140/80 mmHg, l'addome era molle e trattabile, la peristalsi valida, i polsi periferici presenti, validi, simmetrici, reagiva finalisticamente agli stimoli dolorosi. L'esame neurologico evidenziava un quadro di emiplegia dx. Vennero effettuati:
Foto 1: TAC cerebrale senza m. d. c. in cui si evidenziano esiti di craniotomia frontale sn con presenza nel contesto del parenchima cerebrale frontale e temporale omolaterale di materiale iperdenso di natura ematica con notevole edema circostante e marcato effetto massa. Si osservava, inoltre, una compressione sul ventricolo laterale sinistro e shift delle strutture mediane sopratentoriali. Tale quadro radiologico era compatibile con sanguinamento di tessuto recidivo (Cliccare per ingrandimento)
Questa esperienza clinica è paradigmatica per un quadro di emorragia cerebrale con evidenti modificazioni elettrocardiografiche a regressione spontanea in assenza di un movimento enzimatico degno di rilievo, verosimilmente da ipertonia del simpatico con marcato rilascio di catecolamine in circolo.
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